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Sono solo parole

Zerocomma Zero Uno
Regia: Daniela Arrigoni / Daniele Pennati
Drammaturgia: Daniela Arrigoni / Daniele Pennati
Attori: Daniela Arrigoni, Daniele Pennati
Trailer: Link
Anno: 2024
Adatto a: per tutti


Generi: Teatroragazzi (11-16)

Tags: Linguaggio inclusivo, nuove tecnologie, social network


SINOSSI Vi siete mai chiesti chi decide quali parole si possono usare e quali no? Quali sono le parole giuste e quelle sbagliate? Chi ha il potere di inserire le parole nel vocabolario e definire così la lingua italiana? Gli agenti speciali D e D fanno proprio questo lavoro. In un segretissimo laboratorio raccolgono tutte le parole che vengono dette, scritte, cantate o pensate e ne decidono il destino: APPROVATA o RESPINTA. Senza di loro comunicare sarebbe il caos, una “Babele infernale” in cui ognuno finirebbe per dire quello che gli pare e le persone non si comprenderebbero più. Ma per capire le parole bisogna anche provarle, testarle e vedere cosa succede. Per i due agenti ogni parola nuova è un mondo da esplorare con realtà all’apparenza aliene, diverse, difficili da comprendere ed accettare. Ma le regole usate fino a questo momento non bastano più e gli agenti D e D dovranno misurarsi con il cambiamento, fare i conti con il nuovo e mettersi in discussione per capire loro stessi e gli altri e trovare, così, le parole che invece di dividere ed escludere possano unire ed includere tuttə.

NOTE DI REGIA I social hanno modificato la lingua, creando una lingua nuova, né scritta né parlata, che usano soprattutto le nuove generazioni. Per cercare un dialogo con i ragazzi è quindi necessario un mezzo di comunicazione diverso dalla sola parola detta a voce da un palco. Ecco che il racconto passa attraverso una story su Instagram, un balletto su TikTok, una videochiamata con Snapchat o un video su YouTube. Le emozioni e i fatti vengono filtrati da uno schermo e proiettati come al cinema, un film che si crea davanti agli occhi dei giovani spettatori. Lo smartphone è lo strumento con il quale in scena viene raccontata la storia, la realtà virtuale entra nella finzione del palcoscenico, mescolando ulteriormente i piani di narrazione. Si crea un dialogo trasversale tra le generazioni che utilizza un linguaggio che varia dallo slang, neologismi, anglismi e arcaismi, al linguaggio aulico o popolare, portando in scena molteplici diversità e identità.

Imparare a dialogare non è facile, bisogna continuamente interrogarsi ed essere consapevoli dell’impatto delle nostre parole. Una parola sbagliata o un’opinione non condivisa, soprattutto sui social, potrebbe scatenare una shitstorm: ecco che sul palco si abbatte una tempesta di hate words che colpisce i protagonisti, che sono costretti a mettersi al sicuro. È nella calma dopo la tempesta che capiamo l’importanza del silenzio. Solo nel silenzio possiamo comprendere il peso delle parole. Imparare ad ascoltare e prendersi il tempo per farlo ci permette di comprendere meglio noi stessi e gli altri, facendoci sentire parte integrante di una collettività di simili. Gli agenti D e D svestono i loro panni ufficiali, mostrandosi solo come due persone, dimostrando ai ragazzi che il linguaggio siamo noi e che sta a noi ritrovare la fiducia e la sicurezza per stare meglio insieme. La parola poi passerà, come un testimone

Altri crediti: Scene e costumi: Daniele Pennati
Disegno luci e tecnica: Giorgio Galliano
Consulenza tecnica: Enrico Mirante
Animazione video e grafica: Stille.to
Contributi Video: Roberto Polimeno


Produzione: produzione: Zerocomma Zero Uno
co-produzione: Industria Scenica e ATIR
Con il sostegno di: BUGs e di Sotterraneo 

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DANIELA ARRIGONI Nasce nel 1985 a Bergamo. Si Laurea in Lettere Moderne all’Università degli studi di Milano, si diploma presso la Scuola di Teatro Arsenale di Milano nel 2012 e nel 2015 prende il Master in International screenwriting and production presso UCSC di Milano.Si forma presso ATIR di Milano, lavorando come assistente alla regia di Serena Sinigaglia. Dal 2023 è socia della compagnia. Dal 2014 insegna teatro nelle scuole, tiene laboratori, scrive e dirige per il teatro ragazzi. Entra nel collettivo Le Notti di Bologna, per coordinamento drammaturgico e registico di lavori che portano firma collettiva. Le notti di Emilia è produzione ERT.DANIELE PENNATI Nasce a Milano nel 1985. Si laurea in Scenografia e arte drammatica presso la LABA di Brescia. Nel 2012 si diploma presso la Scuola di Teatro Arsenale di Milano. Dal 2010 ad oggi segue una formazione in discipline circensi.Dal 2016 collabora con la compagnia Sotterraneo. È attore/performer in “Overload”, Premio UBU come Migliore spettacolo 2018; in “Postcards from the future”, in “Dizionario illustrato della Pangea” (produzione Ert) e ne “L’Angelo della storia”, premio UBU come Migliore spettacolo 2022.Come organizzatore e responsabile di produzione, ha collaborato con i festival Short Theatre e Play with Food.
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